martedì 6 marzo 2018

Agli Uffizi in compagnia di Dario Argento per la presentazione di HORROR


"Dario Argento è il Colosseo delle storie horror, un monumento, una pietra miliare. La sua capacità di fondere integrità artistica con un irriducibile senso del terrore reggerà la prova del tempo. Dario Argento è un Dio, il mio." (cit. Guillermo del Toro)


Amici lettori, oggi vi raccontiamo di una mattinata molto particolare trascorsa in compagnia di uno dei mostri sacri del cinema italiano, Dario Argento, nel giorno dell'uscita del suo primo romanzo, una raccolta di racconti, intitolata Horror.  La casa editrice Mondadori, in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, ci ha invitate alla conferenza stampa di presentazione del libro nella suggestiva cornice dell’ex-Chiesa di San Pier Scheraggio all'interno degli Uffizi. Abbiamo avuto il piacere di ascoltare il maestro che ha parlato di come è nato il suo libro e del legame fra l'arte e le emozioni negative che può suscitare. Insieme a lui erano presenti il direttore della Galleria, Eike Schmidt e Roberta Scorranese, giornalista del Corriere della Sera,  che ha moderato l’incontro.

Ringraziamo la Mondadori che ci ha dato l'opportunità di vivere questa bellissima ed emozionante esperienza sia per il personaggio protagonista che per la location unica in cui si è svolto l'incontro. 


Quelle che seguono sono alcune delle domande fatte al maestro durante la conferenza. Domande che ci aiutano a capire come sono nati i sei racconti del libro e a scoprire qualcosa in più del Dario Argento scrittore.

Mi sono piaciuti molti i racconti del libro, perché sono racconti costruiti per immagini, da un uomo che  lavora molto con le immagini, cinematografiche e artistiche. Dario Argento è un uomo che ama molto l’arte, questo si scopre sia leggendo i racconti che guardando i suoi film.  Partirei dal racconto iniziale che parla proprio di una notte agli Uffizi. Dario Argento lei racconta un giorno particolare, in questo posto magico ma che si presta molto anche ad un racconto horror.  Come nasce questa esperienza?

Per questo particolare racconto, ho fantasticato su un’esperienza che mi è accaduta quando ho girato la sindrome di Stendhal. Noi giravamo di notte all'interno della Galleria degli Uffizi e quindi la luce non c’era, usavamo luci a bassa intensità perché c'era il rischio di danneggiare i quadri, erano luci molto difficili da gestire. Siccome avevamo a disposizione pochi giorni, io per avvantaggiarmi mentre sistemavano le luci giravo per le sale buie e illuminavo i quadri con una torcia, è stata un’esperienza molto difficile da spiegare, i volti dei dipinti sembravano guardarmi, e mi hanno dato un’emozione incredibile.  Quando sono arrivato a casa ho ripensato all'esperienza vissuta che è stata abbastanza allucinante e dopo molti anni quando ho pensato di scrivere questo libro di sei racconti questo momento l’ho raccontato fantasticandoci sopra.

Come nasce un racconto di Dario Argento?

Questi sono racconti molto diversi l’uno dall'altro, alcuni nascono da ricordi, da esperienze da viaggi fatti. Prima di tutto hanno una relazione comune sono luoghi in cui sono stato, ho incontrato, ho visto e racconto ciò che questi luoghi mi hanno suggerito, non sono fatti accaduti realmente ovvio ma vengono da luoghi in cui sono stato e da emozioni che ho provato. 

Ci sono alcuni artisti che hanno colpito particolarmente Dario Argento, per esempio la Pala dello Spedalingo di Rosso Fiorentino, un artista che metteva insieme arte e follia nelle sue opere. Un po’ anche  nei suoi film, ritroviamo sia la follia sia tanta arte, basti pensare a L’uccello dalle piume di cristallo, alla Sindrome di Stendhal, come incastona questi pezzi d’arte nei suoi film?

L’arte fa parte della nostra vita. Io racconto delle esperienze che ho avuto fin da bambino con l’arte, la musica, l’architettura. Anche camminando per le strade di Firenze si può essere vittime della sindrome di Stendhal, non solo dentro i musei. Come mi raccontava la psichiatra Graziella Magherini, che ha scritto un libro intitolato La sindrome di Stendhal in cui si è occupata dei casi clinici relativi a questa sindrome, alcune persone stavano male solo osservando dei palazzi.

Lei è stato uno dei primi a raccontare nei suoi film di una Firenze nera, cosa che poi hanno fatto anche in altri, in film come Hannibal per esempio. Veramente secondo lei Firenze al di là della sindrome di Stendal, ha questo lato oscuro che dal rinascimento in poi si proietta sul nostro presente?

Firenze non ha un’atmosfera scura ma bisogna pensare che l’arte non è solamente esaltazione dello spirito in senso positivo, che ci fa sorridere, gioire essere felici, l’arte è anche una cosa pericolosa, va usata con cura, è un’arma potente. Quando sono andato a vedere a Colmar La Crocifissione di Matthias Grünewald, l’ho trovato un quadro terrificante, le persone che lo guardavano restavano senza fiato, così come l’opera di Caravaggio che poi andremo a vedere insieme, lo Scudo con testa di Medusa, è un’opera terrificante, una visione terribile, l’espressione, i serpenti che si girano è veramente impressionante. L’arte è sia bella e divertente che un qualcosa che può turbare e alimentare problemi psichici.

Alcuni luoghi hanno ispirato i suoi racconti, come nasce la scelta di questi luoghi, com’è scattato quel meccanismo per cui un luogo o un’opera d’arte sono diventati protagonisti di un racconto?

Non si tratta dei luoghi più terrificanti che abbia mai incontrato, sono luoghi che hanno colpito la mia fantasia, potrei scriverne altri sei di libri con i luoghi che hanno colpito la mia fantasia. Io amo molto viaggiare da solo, amo molto la solitudine che aiuta a mettersi a confronto con i luoghi e le opere d’arte senza avere il bisogno di avere un interlocutore. quando si è da soli rimane il pensiero interiore più importante che non esteriorizzare con le chiacchiere e le parole, le emozioni restano così dentro di te e ci puoi ragionare con la tua coscienza. 

Come si sente lei nella veste di scrittore piuttosto che in quella di sceneggiatore, e quali sono le sue letture?

Ho fatto prima il giornalista poi lo sceneggiatore, ho sempre scritto molto, mia mamma quando ero in braccio a lei piccolissimo diceva che da grande avrei fatto lo scrittore, lei la sapeva questa cosa , chissà come aveva fatto a capirlo, o forse mi ha influenzato questo suo desiderio che io diventassi scrittore? Forse anche le letture che ho fatto, fin da piccolo mi hanno molto guidato nella mia storia professionale in seguito. 
Ho letto tanto, di tutti generi possibili, ovviamente alcuni scrittori mi hanno influenzato più di altri come per esempio Edgard Allan Poe, mi hanno aperto nuovi orizzonti e mi hanno guidato.



Il libro
Genere: Horror
Editore: Mondadori
Pagine: 168
Prezzo cartaceo: 17,00€
Prezzo ebook: 8,99€
data pubblicazione: 6 marzo 2018

 Sinossi
Dario Argento torna con questa raccolta di racconti alla scrittura, per aprire nuovi sipari nei quali animare fiabe maledette, creando così immagini che diventano pitture dove demoni, streghe e il sovrannaturale si mescolano col reale. Il suo orrore fantastico giace sempre pronto a sorprendere sotto una verosimiglianza che sappiamo può, a sua volta, venire sconvolta. E verosimili sono infatti le storie che escono dalla sua penna: bambini e giovani donne, studiosi e personaggi storici, guerriglieri, demoni e creature chimeriche, che vivono vicende inquietanti e spaventose. La sua scrittura crea scene definite e nitide, ma anche emotivamente coinvolgenti, capaci di coniugare suspense, dilemmi etici e tormenti umani.
Innumerevoli tracce del suo talento cinematografico si possono riconoscere in questi racconti dall'ambientazione più varia: il set delle storie sono infatti luoghi angoscianti e fantastici ma al tempo stesso reali, come la Villa dei Mostri di Palagonia, gli Uffizi di Firenze, un’isola indonesiana, la Biblioteca Angelica di Roma... Al lettore, mentre segue le vicende di personaggi che si muovono tra straordinari musei e diroccati palazzi barocchi, tra castelli del passato e grattacieli del futuro, viene unicamente lasciata la facoltà di tenere sotto controllo l’accelerazione del proprio battito cardiaco. Ci ritroviamo a vivere storie senza censura e situazioni che sono destinate a turbarci e sorprenderci. L’azione e il ritmo si fanno musica e ci trascinano in una dimensione onirica e fantastica e, come avviene nei suoi film, riconosciamo in questi racconti dalle trame inattese quel dialogo con la paura, con l’inquietudine, con le ombre dei paesaggi e dell’animo umano, con i bagliori irreali e con la tensione che formano la cifra più profonda del suo sentire artistico. E infatti del maestro del cinema italiano ritroviamo nello scrittore Argento tutti i dualismi della nostra folle natura, le contraddizioni che nutrono le nostre fantasie, i sotterranei movimenti dell’inconscio, l’eterno balletto tra pericolo e salvezza, tra sogno e realtà.


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