venerdì 27 gennaio 2017

BLOGTOUR GIORNO DELLA MEMORIA 27 GENNAIO 2017




Nel giorno della Memoria partecipiamo a un blogtour in cui vi consiglieremo, insieme ad altre blogger,  libri e film dedicati all'olocausto. Vi parleremo anche di storie che riguardano le nostre città per testimoniare quanto la persecuzione al popolo ebraico fosse presente anche nel nostro paese. Sono convinta che sia importante non dimenticare, perché il tempo non può e non deve cancellare una pagina così buia della storia dell'Europa. Le nuove generazioni devono conoscere e capire l'atrocità che l'uomo ha compiuto con l'olocausto perché sia chiaro a tutti a cosa può portare l'odio razziale e sopratutto perché non si ripeta.


Inizierò parlandovi di Firenze e di una storia per anni dimenticata, che è stata riportata alla luce il 29 gennaio 2009 in occasione proprio del giorno della Memoria. Vedete la bella villa della foto? Si tratta di Villa la Selva, situata nel comune di Bagno a Ripoli, alle porte di Firenze. Quello che oggi è un lussuoso complesso residenziale sui colli fiorentini, è stato dal Luglio 1940 al luglio 1944 un campo di internamento civile, in cui venivano raccolti anti-fascisti, oppositori al regime e gli ebrei stranieri che non avevano ottemperato al decreto di espulsione conseguente alle leggi razziali del 1938. La villa era stata requisita al suo legittimo proprietario, l'ebreo Silvio Ottolenghi già emigrato in Palestina. Si trattava di un campo di internamento maschile con circa duecento posti letto, i cui prigionieri vivevano in precarie condizione igenico ambientali. Dall'otto settembre 1943 il campo divenne uno dei campi di concentramento della Repubblica di Salò dove venivano rinchiusi gli ebrei prima di essere trasportati al campo di Fossoli, in Emilia, e da lì poi deportati nei lager nazisti in Germania.
Onestamente non conoscevo il passato di questa villa e sono rimasta molto stupita dal fatto che oggi sia stata trasformata in un complesso residenziale, quasi a voler cancellare il suo funesto passato. Fortunatamente la sua storia è stata riportata alla luce dalla figlia di uno degli internati, che ha ritrovato il diario del padre e un album fotografico, importanti testimonianze della vita nel campo. Così Matilde Jonas ha scritto un libro, La Saga Delle Colombe, edito da Passigli Editori, che ci aiuta a non dimenticare le spesso poco evidenziate persecuzioni razziali in Italia. Nel gennaio 2009 davanti alla villa è stato inaugurato un cippo commemorativo in ricordo degli internati e delle vittime del lager fiorentino. 

Il Libro

Titolo: Un Giorno Solo Tutta La Vita
Genere: Romanzo storico
Editore: Piemme
Pagine: 309
Prezzo ebook: € 6,99
Prezzo cartaceo: € 8,93
Il libro sull'argomento che vi consiglio è Un Giorno Solo Tutta La Vita un bellissimo romanzo storico ispirato a un fatto realmente accaduto che ci fa rivivere tutta l’atrocità dell’olocausto attraverso il racconto dell’amore fra un uomo e una donna che la guerra ha separato fisicamente ma che non si sono mai dimenticati. Un libro per tutti ma che consiglio particolarmente ai giovani perché possano apprendere tutta la ferocia della Shoah  attraverso la storia delle persone che l'hanno vissuta. In questo romanzo c'è tutto quello che i libri di storia non riescono a trasmettere.  Lenka la protagonista femminile di questo romanzo spesso si interroga su quello che le sta accadendo intorno, vede il suo mondo sgretolarsi piano piano ma non immagina ciò che l’aspetta, non crede alle voci sui campi di concentramento perché le sembra impossibile che si possa arrivare a tanta crudeltà. Lenka non è poi così diversa da noi, ha avuto un’infanzia felice e agiata in una bella città come Praga, con una famiglia unita e felice, con una grande passione e talento per la pittura e con un amore bello e romantico. Una vita perfetta e serena ma proprio quando l’emozione per il primo amore è da poco entrata nella sua vita le cose iniziano a cambiare e tutte le libertà che aveva date per scontate le vengono tolte una dopo l’altra.  La vita diventa dura ma è pur sempre vita finché non arriva la deportazione e allora tutto ciò che viene dopo non si può più chiamare vita. Attraverso il racconto agghiacciante di Lenka entriamo nel lager nazista, viviamo le sue angosce, l'incredulità fino all'ultimo che l'uomo possa essere una tale bestia con i suoi simili e la voglia, nonostante tutto l'orrore, di lottare per la sopravvivenza.  Lenka e Joseph si sono amati di un amore puro ed eterno, la guerra li ha separati ma quando ormai le loro vite stanno per giungere al termine il destino li ha fatti rincontrare come se volesse loro concedere un ultimo ballo. 


L'Autrice
Alyson Richman  vive a Long Island, New York. Ha pubblicato quattro romanzi, tradotti in quindici paesi, molto apprezzati dal pubblico e dalla critica. A fare di lei un’autrice bestseller è stato Un giorno solo, tutta la vita, un vero successo del passaparola. Il suo prossimo libro sarà ambientato ai tempi della Resistenza in Italia, paese cui è particolarmente legata.


Il Film
Il film che vi consiglio  è  Train de Vie, una  tragicommedia in cui convivono comicità, dramma e malinconia, che riesce a ironizzare allo stesso tempo su ebrei, tedeschi e i comunisti.  L'autore del film è riuscito ad affrontare il tema della Shoah in un modo del tutto insolito, facendo un ritratto caricaturale di tutti i personaggi che risultano grotteschi e surreali grazie all'esasperazione dei tratti tipici della loro cultura, lasciando volutamente la crudeltà del genocidio ai margini della storia. 
Il racconto di Train de vie inizia come una favola con "c'era una volta" e si conclude con un doppio finale che arriva diretto come un pugno allo stomaco e che sembra dirci che  le favole non esistono, esiste solo la storia e quella non si cambia.

Titolo originale: Train de vie
Paese di produzione: Francia, Belgio, Romania
Anno: 1998
Durata: 103 min
Genere: commedia, drammatico
Regia: Radu Mihăileanu
Soggetto: Radu Mihăileanu

Trama
TRAIN DE VIE un film francese del 1998. E' la storia di un villaggio ebraico dell'Europa dell'Est, siamo  nel 1941 quando Shlomo un membro della comunità, avvisa i suoi compaesani che nei villaggi vicini gli ebrei stanno venendo deportati dai militari nazisti. Il consiglio degli anziani decide allora di organizzare un finto treno di deportazione in cui ogni membro della comunità avrà un ruolo, alcuni impersoneranno i militari nazisti altri i deportati, lo scopo è quello di raggiungere la Palestina passando per l'Unione Sovietica.  La comunità inizia così i preparativi per la partenza, chi si dedica a cucire i costumi, chi si occupa della messa in funzione del treno, chi si prepara ad impersonare i militari nazisti cercando di parlare tedesco senza l'accento yiddish. 
Presto nascono diversi problemi all'interno della comunità, dove ogni membro si sente troppo coinvolto nel proprio ruolo dimenticando l'appartenenza allo stesso villaggio. E' così che prendono vita una serie di buffi litigi fra finti deportati, finti ebrei convertiti al credo comunista e finti ebrei-nazisti. Il lungo viaggio per la salvezza sarà pieno di difficoltà e più volte rischieranno di essere scoperti dai veri nazisti. 


"Dio esiste, Dio non esiste: che importanza ha? Vi siete mai chiesti se l'uomo esiste? Dio creò l'uomo a sua immagine... È bello: Schlomo a immagine di Dio. Ma chi l'ha scritta questa frase nella Torah? L'uomo. Non Dio, l'uomo. L'ha scritta senza modestia, paragonandosi a Dio. Dio forse ha creato l'uomo, ma l'uomo, l'uomo, il figlio di Dio, ha creato Dio solo per inventare se stesso... L'uomo ha scritto la Bibbia per paura di essere dimenticato, infischiandosene di Dio... Noi non amiamo e non preghiamo Dio, ma lo supplichiamo. Lo supplichiamo perché ci aiuti a tirare avanti: cosa ci importa di Dio per come è?, ci preoccupiamo solo di noi stessi. Allora la questione non è solo sapere se Dio esiste, ma se noi esistiamo."
Il Regista
Mihăileanu nasce a Bucarest da una famiglia ebraica. Il padre, Mordechai Buchman, di professione giornalista, dopo essere riuscito a fuggire da un campo di concentramento nazista durante la seconda guerra mondiale, cambiò legalmente nome in "Ion Mihăileanu" affinché le sue origini ebraiche restassero celate e, quindi, non divenisse vittima delle discriminazioni attuate dal regime comunista di Ceaușescu, instauratasi nel paese alla fine del conflitto. Nel 1980, la famiglia Mihăileanu riesce a trasferirsi in Israele. Qui Radu vive per alcuni anni insieme ai suoi genitori, facendo la spola fra Israele e Parigi, in Francia, dove è studente presso l'Institut des hautes études cinématographiques. Una volta diplomatosi, Radu si trasferisce definitivamente nella capitale francese. Train de vie è il secondo lungometraggio di Radu Mihaileanu.
Come è egli stesso ad affermare: "L'umorismo come ebreo, è ciò che mi ha fatto sopravvivere, che ha salvato la nostra vita e la nostra memoria".

Vi lascio con un test che, se ne avete voglia, vi aiuterà a capire quanto siete informati sull'argomento.





2 commenti:

  1. Bellissima anche questa testimonianza complimenti per il post e libro molto interessate lo inserisco subito nella mia WL :-)

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  2. ciao messo tra i post più belli letti la settimana scorsa. ciao https://haylin-robbyroby.blogspot.it/2017/01/top-of-post-30-gennaio-2017.html

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